Recensione

“L’ascesa di Senlin” di Josiah Bancroft

Bentrovati lettori e buon ritorno alla quotidianità. Per molti di noi le vacanze estive sono finite e giù si comincia a respirare aria di autunno. Ricominciamo anche con le recensioni e stavolta tocca ad un nuovo e bellissimo romanzo edito Mondadori Oscar Vault (che come sempre ringrazio per la copia pdf che mi è stata offerta per poterlo leggere in anteprima). Questo romanzo è mooolto particolare, è uscito l’1 Settembre e la sua trama prende spunto dalla leggendaria costruzione di cui narra la Bibbia nel libro della Genesi: la Torre di Babele. Avete capito di quale romanzo sto parlando? Ma certo che sì, si tratta de “L’ascesa di Senlin” scritto da Josiah Bancroft.

Titolo : L’ascesa di Senlin
Autore : Josiah Bancroft
Lunghezza stampa : 477 pagine
Editore : MONDADORI (1 settembre 2020)
Prezzo : 22 euro

TRAMA

La Torre di Babele è la più grande meraviglia del mondo conosciuto. Grande come una montagna, l’immensa Torre ospita innumerevoli Regni Circolari, alcuni pacifici, altri bellicosi, appoggiati l’uno sull’altro come gli strati di una torta. È un mondo popolato di geni e tiranni, aeronavi e motori a vapore, animali insoliti e macchine misteriose.

Attirato dalla curiosità scientifica e dalle mirabolanti promesse di una guida turistica, Thomas Senlin, mite preside di una scuola di provincia, decide di visitarla. Anzi, gli sembra che, con i suoi lussuosi Bagni, sia proprio la meta ideale per la sua luna di miele con Marya. Solo che, appena arrivati, i due sposi si perdono tra la folla di abitanti, turisti e furfanti.

Determinato a ritrovare la moglie, Senlin inizia una lunga ricerca tra bassifondi, sale da ballo e teatri di burlesque. Dovrà sopravvivere a tradimenti, assassini, e ai lunghi cannoni di una fortezza volante. Ma se vuole riavere Marya, sopravvivere non basterà: dovrà sapersi trasformare da uomo di lettere in uomo d’azione.

RECENSIONE

Parto subito con il presentarvi i protagonisti Thomas Senlin e sua moglie Marya. I novelli sposi partono per il viaggio di nozze e come destinazione scelgono un luogo molto particolare: la torre di Babele, posta al centro della città di Ur. Thomas e Marya sono due personaggi dal carattere opposto: Thomas è un intellettuale (svolge il lavoro di preside di una scuola), un vero e proprio “topo da biblioteca” che ha sempre preferito lo studio all’esperienza di vita; Marya invece è una musicista, un’artista vera e propria che fa dell’esuberanza il suo stile di vita.

La storia inizia quando Thomas smarrisce la moglie nel Basamento della torre. Questo succede già nelle prime pagine, i due sposi si trovavano al Il Mercato e avevano preso la decisione di dividersi per poi ritrovarsi poco dopo, cosa che, ovviamente, non avviene.

E’ così che Thomas Senlin inizierà a scalare la torre con una squadra di alleati molto particolari. La torre è infatti composta da quattro ambienti molto diversi l’uno dall’altro:

  1. Il Basamento: luogo in cui i turisti scendono dal treno per entrare all’interno della torre e ritrovarsi all’interno dell’immenso mercato.
  2. Il Salotto: luogo in cui le persone diventano sia attori sia spettatori di strane messeinscena.
  3. I Bagni: luogo meraviglioso in cui ci sono una varia gamma di divertimenti e resort di lusso. Dove l’edonismo e la superficialità regnano sovrani.
  4. Nuova Babele: luogo in cui troviamo lavori mercantili e, allo stesso tempo, perversioni e piaceri carnali.

I livelli della torre sono chiamati “Ringdom” (parola creata dalla fusione di “Ring” e “Kingdom”) perchè sono come dei piccoli regni rotondi (così come i 36 stati di Ur, ognuno unico a modo suo), uno impilato sopra l’altro. La stabilità del ringdom più in alto dipende da quella del più basso e quindi sono collegati in una maniera molto definita, in un meccanismo di utilità/sfruttamento reciproco. Ogni regno è diverso: ha la sua politica, le sue regole, i suoi personaggi principali. Questa interconnessione permette di farci notare una cosa sostanziale, ovvero il fatto che, per quanto siano diversi i regni, sono tutti collegati (crolla uno, crollano tutti).

Niente è come sembra. Tutto è calcolato. Tutto è interconnesso.

Ora, avendo parlato del worldbuilding passo a parlarvi dello stile. La prima parte del libro è davvero molto lenta, così tanto che ho faticato moltissimo a procedere. Ci vengono schiaffate dinnanzi innumerevoli descrizioni e fatti, luoghi e credenze. Il lettore si ritrova quindi proprio come Senlin, del tutto smarrito e incapace sul da farsi. Anche il personaggio di Senlin risulta essere fin troppo statico: l’autore ha voluto giocare troppo sul suo ruolo di intellettuale incapace di vivere e non risulta subito simpatico, anzi.

Ad appesantire la lettura sono anche i continui confronti tra il passato e il presente del nostro protagonista. Ovvero lui che era preside e insegnava agli alunni della torre di Babele,ma anche il rapporto con la moglie, che si confrontano in maniera sconfinata con i pezzi di storia presente. Ora…io mi chiedo: “era veramente necessario?”. Perchè purtroppo mi sono risultati davvero pesanti da sopportare. Forse una sforbiciatina alle pagine, da parte dell’autore, sarebbe stata proprio necessaria.

Quindi lettori, che devo dirvi? Purtroppo non sono riuscita ad entrare in sintonia ne’ con la storia ne’ con i personaggi. Sicuramente l’autore ha talento, scrive in modo impeccabile, ma secondo me c’è ancora molto lavoro da fare.

GIUDIZIO

2/5 STELLINE (e non sapete quanto mi dispiaccia)

Recensione

“Middlegame” di Seanan McGuire

Oggi, Martedì 21 Luglio 2020, esce un nuovo romanzo fantasy per Mondadori, appartenente alla collana Oscar Vault. Io l’ho letto in anteprima per voi (e come sempre ringrazio la Casa Editrice per avermi offerto questa opportunità) e adesso ne parleremo insieme. Pronti? Via!

Copertina rigida: 528 pagine
Editore: Mondadori (21 luglio 2020)
Collana: Oscar fantastica
Prezzo: 22.00 euro

TRAMA

Ecco Roger. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell’universo. Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica. I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto… non ancora. E poi c’è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro “padre”. Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé. Diventare “dei in Terra” è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.

RECENSIONE

In “Middlegame” di Sean McGuire l’alchimia e la scienza si fondono per creare un nuovo ordine mondiale. Il nostro antagonista, James Reed, creatore e burattinaio, è una creatura composta da parti di corpi umani, creata dall’alchimista Asphodel Baker. Baker ha utilizzato insegnamenti alchemici occulti per creare una serie di libri per bambini di fama mondiale (in stile Narnia), indottrinando i più piccoli ai suoi insegnamenti fin dalla giovane età. Dopo la sua morte, il mostro di Frankenstein (Reed), è costretto a completare il compito iniziato dalla sua creatrice. Aiutato da Leigh, un efferato omicida dalla vena sadica, i due monitorano la vita di bambini che hanno creato a scopo di sperimentazione.

James Reed è nato con uno scopo, ha seppellito la sua padrona con uno scopo, e ora ha tuta l’intenzione di ascendere alle vette della conoscenza umana con il frutto della propria fatica stretto in pugno. E che sia maledetto chiunque provi a impedirglielo. Che siano maledetti tutti quanti.

“Middlegame” è un libro sui generis, scritto con una coinvolgente prosa cinematografica. Ci sono continui salti temporali e, come accade nella maggior parte dei libri in cui essi sono presenti, può essere difficile seguire la storia e ci si può perdere se si ignorano le date poste all’inizio di ogni capitolo. Quindi, attenzione.

I gemelli Dodger e Roger vivono ai lati opposti del paese, separati dalla nascita da Reed, in modo da scoprire se, un giorno, i fratelli avrebbero potuto manifestare La Dottrina, una sorta di magica simbiosi dell’universo.

Il laboratorio segreto di Reed nel Midwest ospita diversi gruppi di gemelli, ognuno dei quali incarna metà di questa Dottrina: un gemello è il “figlio della matematica” e l’altro è il “figlio delle parole”.

Dodger è puro fuoco, caos autodistruttivo, che inciampa nella vita senza porsi nessun riguardo per la sua sicurezza. E’ più a suo agio con i numeri e la matematica di quanto non lo sia con qualsiasi altro tipo di connessione umana. Il suo personaggio è ossessivo, ostile e profondamente depresso. Non è in grado e non è disposta a stringere amicizie durature, ad eccezione di Roger. All’età di nove anni risolve un problema matematico apparentemente impossibile, collocandola sulla strada attentamente monitorata dai soci dell’ordine alchemico di Reed.

Roger invece si trova del tutto a suo agio con le parole e le lingue. E’ un poliglotta, un lettore vorace e un bambino profondamente solo. Quando, all’età di nove anni, i gemelli si connettono telepaticamente, tra loro sboccia un’amicizia immediata, un’amicizia che condividono in segreto, ma non si incontrano mai.

Nel corso degli anni il loro rapporto cresce di intensità. Ogni gemello sceglie di escludere l’altro per una ragione o per l’altra, derivante dalla paura, dalla rabbia o da qualsiasi combinazione delle due. L’agonia derivante da ogni partenza lascia cicatrici che perseguitano i gemelli per tutta la vita, culminando in un grave punto depressivo nella vita di Dodger. Una volta raggiunti i venti anni, i due si ritrovano nella stessa scuola, una “coincidenza” che ha effetti devastanti e che cambia ad entrambi la vita.

Man mano che i gemelli si avvicinano sempre di più alla manifestazione della Dottrina, la posta in gioco inizia a salire e i salti nel tempo diventano molto più frequenti.

Per quanto riguarda la trama questo è senza dubbio un libro geniale ma l’unico inconveniente è il ritmo lento, l’autore fa un largo uso di descrizioni che spesso possono far smarrire il lettore che invece aspetta con ansia che i due gemelli si incontrino. Il libro, infatti, si snoda attraverso l’infanzia dei due protagonisti, dandoci istantanee delle loro vite nel corso degli anni. Chi ha la pazienza di andare avanti e di non lasciarsi scoraggiare da un inizio un po’ lento, verrà ricompensato dall’azione delle pagine finali.

Per concludere possiamo dire che “Middlegame” si concentra totalmente sull’alchimia. Riguarda la relazione e la simbiosi di matematica e lingua. Si vuole piegare il tempo alla nostra volontà usando calcoli matematici e piegare il mondo creando verità con le parole. Il destino dell’universo viene messo nelle mani di bambini ignari di cosa siano veramente e ignari del compito a loro affidato.

Il libro termina con un finale aperto che lascia molto all’immaginazione. Notizia degli ultimi giorni è che la McGuire stia scrivendo il seguito di “Middlegame”. Non sappiamo quando questo potrà arrivare anche nel nostro paese, noi intanto lo aspettiamo.

Se consiglio la lettura di questo libro? Partiamo dal presupposto che si tratta di un romanzo MOLTO particolare, il genere deve piacere, altrimenti non si riesce ad andare avanti nella lettura. Non riesco nemmeno a collocarlo in un genere preciso proprio a causa della sua “particolarità”. Ad essere onesta per me è stato davvero troppo, troppo “strano”. Avete presente quando state leggendo e ogni tanto vi capita di guardare nel vuoto e dire “Mah!”? Ecco, questo è quello che è successo a me più volte, infatti portarlo a termine non è stato un gioco da ragazzi, lo ammetto. Mi rimane ancora un grandissimo punto interrogativo in testa. Magari avrò le idee più chiare leggendo il seguito? Chissà. Voi, se lo avete letto o se lo leggerete, fatemi poi sapere cosa ne avete pensato e se vi è piaciuto.

GIUDIZIO

2 STELLINE/5

Recensione

“I giorni del ferro e del sangue” di Santi Laganà

Buonasera lettori, stasera parliamo di un romanzo storico uscito proprio oggi: “I giorni del ferro e del sangue” scritto da Santi Laganà e edito Mondadori (che come sempre ringrazio per avermi dato l’opportunità di leggerlo in anteprima).

Titolo: I giorni del ferro e del sangue
Autore: Santi Laganà
Editore: Mondadori
Prezzo: 19.50 euro
Pagine: 644

TRAMA

Patrimonio di San Pietro, 960 d.C.

Sul trono papale siede un adolescente perverso e corrotto, ciò che resta dell’Italia indipendente è allo sbando dilaniata da lotte intestine e le campagne sono una terra di nessuno dove la violenza e il sopruso la fanno da padroni.

Anna è una contadina di quindici anni che conduce un’esistenza misera e asservita. Quando la sua famiglia viene trucidata e l’ultimo fratello rapito per essere ridotto in schiavitù, decide di continuare a vivere per inseguire quell’ultimo brandello di affetti e, sorretta da una volontà indomita, inizia una dolorosa peregrinazione per terre sconosciute e ostili, tra aiuti misericordiosi e feroci violenze.

Nel suo tormentato cammino incontrerà un cavaliere dall’oscuro passato e un improbabile presente, un vecchio dall’aria mansueta che nasconde insospettabili risorse e un giovane vagabondo sfrontato e generoso: una strana compagnia con cui cercherà di farsi giustizia fin dentro i palazzi più segreti di Roma.

Ambientato in uno dei periodi meno conosciuti e più bui della nostra Storia, I giorni del ferro e del sangue è un affresco senza filtri né retorica di un’epoca brutale quanto affascinante, ma anche la straordinaria parabola di una memorabile protagonista: una giovane donna che nel più maschilista dei mondi non si rassegna a un destino già scritto e tenacemente lotta per conquistarsi il diritto a una vita migliore.

RECENSIONE

Tra le nuove uscite Mondadori oggi ci ha regalato “I giorni del ferro e del sangue”, ambientato nel X secolo d.C. (il cosiddetto “secolo di ferro” ripreso nel titolo del volume) e che vede come protagonista una giovane contadina di nome Anna. La storia si apre proprio con Anna che, nascosta nel bosco, assiste allo sterminio della sua famiglia da parte dei soldati del valvassore a servizio del Papa. Si parte, quindi, già con delle scene molto crude e d’impatto: il padre della ragazza e i suoi due fratellini più piccoli vengono brutalmente uccisi, mentre il più grande dei fratelli, Martello, viene catturato per essere condotto a Roma dove verrà poi venduto come schiavo di piacere per ordine dell’immaturo e lussurioso Papa Giovanni, un giovinetto inadeguato al ruolo e del tutto detestabile.

Anna, sebbene i suoi soli sedici anni, fa subito sfoggio di grande forza e determinazione, il suo obiettivo è quello di ritrovare suo fratello e di vendicarsi. Durante il suo percorso verso Roma incontra tre uomini che poi decideranno volontariamente di seguirla e proteggerla: Arnolfo, un cavaliere oscuro dal passato enigmatico, Ezio, un uomo anziano che fa della parola la sua grande arma e Furio, un ragazzo che, perso il fratello durante una battuta di caccia (ucciso proprio dalla stessa Anna), decide di unirsi al gruppo e che poi comincerà a provare dei sentimenti nei confronti della ragazza.

Il punto focale della trama di tutto il romanzo è appunto il viaggio verso Roma. Anna è mossa dal desiderio di ritrovare il fratello, mentre il fine ultimo dei tre uomini si scoprirà nel corso della lettura.

La figura di Anna mi è piaciuta molto. Ci troviamo in un periodo storico (Alto Medioevo) caratterizzato da grande ignoranza, oscurità e degrado. La donna viene considerata come un oggetto utile solo al fine della procreazione e la nostra protagonista scoprirà, purtroppo troppo presto e a sue spese, che l’uomo può essere animale. Nel corso della sua avventura quando si troverà priva della protezione offertagli da Arnolfo, Ezio e Furio, verrà stuprata più volte e da più individui. Ecco quindi che la vediamo crescere e costruirsi attorno una spessa corazza invalicabile. Non crollerà mai, nemmeno di fronte alle zozzure di cui viene resa vittima, anzi, si ergerà sempre più forte, sempre più determinata. E’ lei infatti che si prenderà cura del gruppo grazie alla sua conoscenza delle piante commestibili ed erbe officinali, ed è sempre lei che, quando necessario, provvede ad uccidere senza rimorso chiunque si metta sul loro cammino con fini avversi. Io, in quanto donna devo confessarvi che per me non è stato per niente facile leggere certi passaggi, lo scrittore non censura niente, descrive tutto con dovizia di particolari e vivere nella mente certe angherie fa un male cane. Viene da chiedersi: se io fossi stata Anna avrei avuto la stessa forza d’animo o sarei crollata perdendo me stessa?

Lo stile di scrittura di Laganà è molto scorrevole e semplice. Ho molto apprezzato la sua scelta di ricorrere ad un linguaggio più attuale e moderno rispetto a quello del periodo in cui è ambientato il libro.

Ma…devo arrivare al mio “ma” (in realtà ce ne sono più di uno):

  • Primo punto a sfavore: troppi personaggi secondari e troppi nomi. Non abbiamo nemmeno una piccola legenda finale da seguire qualora ci si perda. Penso che la storia potesse reggere benissimo anche senza la metà dei personaggi presenti che, difatti, sono del tutto inutili.
  • Secondo punto a sfavore: troooooppo prolisso! Io sono abituata a leggere romanzi aventi una mole importante ma in questo caso ho fatto fatica. Ho faticato perchè sembra che a Roma non si debba mai arrivare, il viaggio è troppo lungo e troppe sono le tappe dove si fermano i nostri protagonisti a riposare e ricevere informazioni. Se dovessi fare un conto delle pagine utili alla storia vi direi che ne sarebbero bastate 300, le altre 300 a mio parere servono solo a “allungare il brodo”. Peccato, perchè se l’autore avesse fatto questa scelta avremmo avuto una storia avvincente e mai lenta come invece si è rivelata.

In questo periodo, visti i giudizi che sto dando alle mie ultime letture, mi sento un po’ cattivella ma non posso fare altrimenti: il mio ruolo di blogger è quello di essere obiettiva e lo sarò anche in questo caso. Purtroppo questo libro più che incitarmi alla lettura me ne faceva venire l’ansia, mi sono annoiata e finirlo è stata un’impresa. Alla luce dei fatti, quindi, non posso che dare il mio personalissimo giudizio di:

2.5 stelline/5

Recensione

“La città di ottone” (Trilogia Daevabad Vol. 1) di S. A. Chakraborty

Buon pomeriggio lettori, oggi parliamo di una nuova proposta fantasy che uscirà per Oscar Vault il 16 Giugno (manca poco e poi lo potrete avere tra le vostre mani). Si tratta del primo libro della “Trilogia Daevabad”, intitolato “La città di Ottone” e partorito dalla mente della Chakraborty.

Titolo: La città di Ottone
Autore: S.A. Chakraborty
Editore: MONDADORI (16 giugno 2020)
Pagine: 528
Prezzo: 22.00 euro

TRAMA

Egitto, XVIII secolo. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.

RECENSIONE

Partiamo dal presupposto che questa storia sarà amata da tutti coloro che hanno apprezzato e sognato con Aladdin, perchè i personaggi e l’ambientazione ricordano molto quelli del famoso cartone Disney. Se inoltre vi intriga la cultura araba e adorate il fantasy, in questo libro troverete un mix di entrambi, magistralmente miscelati all’interno delle vicende narrate.

Non vi nego che è un libro molto complesso, personalmente ho fatto parecchia fatica (soprattutto all’inizio) ad entrare in sintonia con la storia. Ci sono tanti termini arabi e altrettanti termini fantasy (spesso non si riesce a distinguere quali siano gli uni e quali gli altri), il worldbuilding è veramente articolato (solo ne “Il priorato dell’albero delle arance” ho riscontrato un livello di difficoltà quasi simile), e tante sono le religioni, le superstizioni e le tribù.

In particolare abbiamo appunto molte tribù dislocate nel Medio Oriente, una delle più antiche è quella dei Daeva: persone aventi poteri magici legati al fuoco, capaci anche di mutare la propria forma fisica. I Daeva in passato si collocarono a Daevabad (la leggendaria Città di Ottone) e, nel corso degli anni, si suddivisero in altre tribù e la più importante, a sua volta prende il nome di “Daeva” (stesso nome, lo so, già risulta difficile ma provate a seguirmi). In questa tribù troviamo la famiglia dei “Nahid”, avente poteri di guarigione e che ha sempre governato sulla città. Ora, giungiamo ad un fatto molto importante: non tutti i Daeva vedevano di buon occhio l’essere umano, privo di ogni tipo di potere, e ritenuto quindi “inferiore”, ma soprattutto gli “Shafit”, i mezzosangue, coloro che nascono dall’unione di un Daeva e di un umano. Entrerà dunque in gioco il profeta Solimano che, sdegnato da un comportamento simile, ridurrà ai Daeva i loro poteri tramite un anello magico donatogli proprio dai Nahid. Potete ben comprendere che i Daeva più malvagi non gradirono questo affronto e si ribellarono al profeta e videro i Nahid come traditori e nemici. Da questo momento in poi questi personaggi prenderanno il nome di “Ifrit”.

Soffermiamoci un attimo sul ruolo dell’anello. Chiunque lo possegga non può essere toccato da alcuna magia, è totalmente sotto la sua protezione. Successivamente però fu sottratto a Solimano dalla famiglia dei “Katani” che, al tempo in cui è ambientata la storia, rappresenta la famiglia reale. Il loro fondatore si ribellò ai Nahid e li sterminò, dal primo all’ultimo, senza nessuna pietà. Daevabad non è più sotto il controllo dei Daeva ma dei Katani. L’attuale re, Gussan, possiede l’anello magico che viene tramandato di generazione in generazione all’interno della stirpe reale. Re Gussan ha tre figli, e uno di questi (precisamente il secondogenito), Ali, sarà uno dei nostri protagonisti principali.

L’altro personaggio principale della storia è invece Nahri, una ragazza povera che vive a Il Cairo, campando grazie a dei piccoli furtarelli e con il sogno di diventare medico. Nahri però commette l’errore di spingersi troppo oltre la proprie capacità perchè un giorno, mentre tenta di aiutare a guarire una ragazza apparentemente posseduta, durante il rito recita a bassa voce una preghiera in una lingua sconosciuta (che nemmeno lei comprende a pieno). Da questo momento in poi inizieranno i suoi guai. Con quella preghiera, infatti, riporta nel mondo un guerriero di nome Dara. La storia di Dara verrà a galla piano piano durante la storia: è stato uno schiavo utilizzato durante varie battaglie, a servizio di signori potenti che lo controllavano completamente. Egli inoltre ha avuto un ruolo cruciale durante la ribellione di cui vi ho parlato prima e riconosce Nahri come una discendente dei Nahid (fatto piuttosto incredibile dato che si dava per scontato che fossero stati tutti trucidati). Il compito di Dara quindi è quello di proteggere Nahri e di portarla via da Il Cairo fino a Daevabad, la Città di Ottone.

Se in alcuni capitoli seguiamo le vicende di Dara e Nahri, in altri invece ci troviamo a seguire quelle del principe Ali. Ali, a differenza dei suoi fratelli, non è cresciuto a palazzo ma alla Cittadella, dove ha avuto modo di avvicinarsi in modo molto stretto alla religione e, essendo il secondogenito non destinato a diventare re, ha promesso la sua vita come futuro capo delle guardie reali. A differenza di suo padre il re, Ali ha idee diametralmente opposte. Vi ricordo infatti che il re tiranno di Daevabad detesta gli “Shafit”, i mezzosangue, li vede pericolosi in quanto capaci di poter avere qualche potere magico ereditato dal genitore Daeva. Ali, al contrario, è impietosito dalle condizioni in cui queste persone sono costrette a vivere nel suo regno e cerca di aiutarli tramite appoggi monetari e protezione. Ma è proprio in questo momento che arriva un colpo di scena: gli Shafit sono stufi di essere trattati come spazzatura e con il denaro ricevuto da principe cominciano a comprare delle armi. Inizialmente Ali rimane sotto choc, poi prenderà una delle decisioni più importanti della sua vita: quella di schierarsi contro suo padre e i suoi fratelli.

La vera e propria storia inizierà poi con l’arrivo di Nahri e Dara a palazzo. E da lì ne succederanno veramente di tutte. Non posso raccontarvi oltre altrimenti vi farei degli spoilers terrificanti.

Bene, come avrete avuto modo di notare, la trama è veramente molto complessa, motivo per il quale, più volte, ho fatto fatica ad andare avanti nella lettura. Veramente molta fatica, non posso negarvelo. Paradossalmente ho trovato più semplice la lettura de “Il priorato” che, con le sue 1000 e passa pagine, mi è risultato molto più fluido e scorrevole rispetto alle 528 pagine di “The city of Brass”. Per questo motivo, e ci terrei a specificare del tutto personale, non mi ha fatta impazzire: se leggere un libro significa durare fatica e imporsi fino allo sfinimento ad andare avanti… bè, non fa per me. Tuttavia non mi sento di bocciarlo del tutto, riconosco la grande maestria della scrittrice nel creare un mondo tanto complesso e così ricco di elementi. Il mio giudizio finale è:

3 stelline/5

Recensione

“Falce” di Neal Shusterman

Aspettavo questo momento da inizio settimana! Lunedì, infatti, ho terminato la lettura di “Falce” di Neal Shusterman e…mi sono innamorata di questo libro! Vorrei già avere il seguito tra le mie mani, scalpito al solo pensiero di scoprire cosa accadrà. Sì, perchè questo è il primo libro della “Trilogia della Falce”, ce ne saranno altri due! Però ora fermi tutti, un attimo, freno la mia euforia e per prima cosa vi presento il romanzo che uscirà per la Oscar Vault Mondadori il 19 Maggio.

Copertina rigida: 360 pagine
Editore: Mondadori (19 maggio 2020)
Collana: Oscar fantastica
Prezzo di copertina: 19.00 euro

TRAMA

Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l’umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori. A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un’immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti. Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare. Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l’efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere “spigolato”. In termini meno poetici: ucciso. Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.

RECENSIONE

Allora, andiamo con ordine e spieghiamo prima di tutto come è strutturato il “worldbuilding” del romanzo. Ci troviamo in un futuro prossimo dove è stata scoperta la cura per ogni malattia ma, soprattutto, la cura alla morte. Viviamo dunque in un mondo dove la morte è stata sconfitta, un mondo perfetto dove un’intelligenza artificiale chiamata Thunderhead ne tira avanti le fila ma, come in ogni cosa, la perfezione non è tale se non esiste l’imperfezione. Difatti per evitare il sovraffollamento del pianeta dato dalle nuove nascite, esiste la figura della “Falce”. Il falciatore è una persona che viene cresciuta e addestrata durante gli anni a “spigolare” (ovvero uccidere) un certo numero di persone. Come vengono scelte queste persone? A caso, ogni falce decide di sua spontanea volontà chi spigolare. Esistono tuttavia falci che seguono un rigoroso codice morale e altre che invece provano piacere nel dare la morte.

Passiamo adesso a parlare dei due protagonisti principali della storia: Citra e Rowan.

La giovane Citra e il coraggioso Rowan vengono scelti dal Venerando Maestro Faraday, che li accoglie sotto la sua ala come apprendisti falci. Inizialmente essi rifiutano perchè entrambi inorridiscono al pensiero di essere la causa della morte di un altro essere umano ma la posta in gioco è troppo alta: alla famiglia di un apprendista verrà concessa l’immunità dalla spigolatura per tutto il periodo di apprendistato, mentre quella di una falce formata otterrà l’immunità a vita, nessun membro del nucleo familiare di uno “Scythe” potrà essere ucciso. Questo motivo spingerà dunque Citra e Rowan ad accettare la proposta di Maestro Faraday che presto scopriranno essere una falce “della vecchia scuola”, ovvero una falce che segue il valore della compassione, della giustizia e che sceglie le sue vittime con estrema cautela.

E’ da questo momento in poi che i ragazzi capiranno che nel mondo degli “Scythe” è moto più complesso e articolato di quanto credevano. Ogni falciatore può decidere come uccidere la propria vittima: con l’uso di armi da fuoco, di veleni, di violenza fisica oppure con un colpo ben assestato di pugnale. Inoltre un falciatore non può essere spigolato da altri, l’unico modo che ha per morire è suicidarsi, concedersi dunque la morte per mano propria. E infine, un falciatore non può avere rapporti sentimentali con nessuno, nemmeno con uno della sua “specie” anzi, quet’ultima legge è un vero e proprio dogma: chi la infrange viene punito severamente e per molto, molto tempo.

L’allenamento di Citra e Rowan consisterà in prove fisiche, mentali e di psichiche. Sotto la guida di Maestro Faraday cominciano a distinguere il giusto dallo sbagliato, imparano l’agilità, la furbizia e soprattutto l’apertura mentale.

Questo romanzo è molto sorprendente, ad ogni nuova pagina c’è un colpo di scena. E’ ricco di eventi relativi ai personaggi, al mondo che si sta costruendo e a quello che pensavamo fosse questo libro. E’ uno di quei romanzi che mette in gioco continuamente il lettore, che lo fa dubitare di un personaggio per poi ricredersi e viceversa, ci si sente completamente partecipi della storia. Non voglio spoilerare troppo ma vi posso solo dire che presto Citra e Rowan si accorgeranno di provare più del semplice affetto l’uno nei confronti dall’altra, e questo li distruggerà, ma maggiormente li distruggerà un evento che li porterà a intraprendere due cammini completamente separati e totalmente diversi.

L’ambientazione di questo libro sembra reale nonostante sia una distopia. Ci sono ovviamente degli elementi che appartengono al fantasy ma il menzionare certi eventi che accadono al giorno d’oggi oppure il fatto che i falciatori adottino il nome di personaggi molto importanti dal punto di vista storico (ex. Faraday, Mandela, Curie) la rendono molto vicina alla nostra.

I personaggi li ho amati e alcuni odiati. Tutti quanti nel corso della lettura subiranno un’evoluzione caratteriale incredibile che spiazza il lettore. L’autore dunque è stato molto bravo anche in questo.

Il libro termina con un colpo di scena che uccide. Non dovrebbe essere legale terminare così un libro senza poterne avere immediatamente il seguito! Mi ha completamente sconvolta e lasciata in lacrime. Bellissimo. Non vedo l’ora di poter avere tra le mie mani il volume successivo perchè mi sento già orfana e sento già la mancanza di Rowan.

Se vi consiglio la lettura? ASSOLUTAMENTE SI’! Dovete leggere “Falce” ragazzi, fidatevi di me, non ne rimarrete delusi, ve ne innamorerete.

IL MIO GIUDIZIO

5 stelline e lode/5: INDIMENTICABILE

Recensione

“La Quercia: Un’antica dimora, tre donne, un passato da riscrivere” di Sunny Valerio

Buon Lunedì e buon inizio della settimana lettori! Oggi vi parlo di un romanzo che ho letto tutto d’un fiato e che mi è piaciuto da matti, ho provato una tristezza infinita nel terminare la storia, mi sono quasi sentita orfana. Si intitola “La Quercia” ed è stato scritto dalla dolcissima Sunny Valerio che ha deciso di intraprendere la strada dell’autopublishing su Amazon. E’ lì, infatti, che potete trovare questa meraviglia, sia in versione kindle che in versione cartacea. Ve lo presento subito:

Copertina flessibile: 204 pagine
Editore: Independently published (5 aprile 2020)
Autore: Sunny Valerio
Prezzo: 9.99 euro

TRAMA

Dafne è una giovane scrittrice. Dopo la morte di zia Clara, la donna con cui è cresciuta, non ha più nessuno. Le rimane soltanto una decadente dimora di famiglia: la Quercia. Con tutti i suoi misteri. È qui che ha trascorso la sua infanzia ed è da qui che è fuggita anni prima. In quest’antica tenuta il silenzio è l’unica presenza con cui convive.Una notte, la prima dal suo ritorno, un ansimo nella stanza da letto la strappa bruscamente dal sonno. Un respiro senza volto, come il passato delle antenate di Dafne che, come lei, hanno abitato la Quercia.La verità è un labile confine di punti di vista, un’intricata matassa di orribili segreti familiari, di rancori e incomprensioni che a Dafne costerà caro districare. Tre donne, tre generazioni diverse, connesse senza mai incontrarsi davvero. E il passato non è l’unica cosa che fa paura.

LA SCRITTRICE

LA COLONNA SONORA

Il lavoro dell’autrice su questo libro è stato assai minuzioso. Per rendere ancora più emozionante la lettura ha collaborato con i bravissimi VISAREE (voce e arrangiamenti: Sara D’Arielli; percussioni, mixing e mastering: Vincenzo Vik Di Santo). I brani realizzati sono i seguenti:

  1. La Quercia 2.50
  2. La Chiave 3.13
  3. Presenze 2.51
  4. Lo Scrigno 3.38
  5. Aldo 3.11
  6. Eleonora 3.37
  7. Clara 3.47

Link soundtrack by @visaree.official: http://bit.ly/2Rlbs5h

LA RECENSIONE

Di questo romanzo mi sono innamorata non appena ho visto la cover e il mio innamoramento si è ampliato maggiormente dopo aver letto la sinossi. E’ stato un vero e proprio colpo di fulmine, mi sono lasciata guidare dal mio istinto che, come accade in questi casi, non sbaglia mai.

“La Quercia” è un romanzo molto particolare, è un mistery che ruota attorno a tre figure femminili ben caratterizzate: Dafne, Clara e Eleonora.

Alla morte della zia Clara, Dafne, si trasferisce a “La Quercia”, l’antica dimora di famiglia dove lei stessa è stata cresciuta dalla congiunta dopo la morte drammatica dei genitori in un incendio avvenuto proprio tra le mura della casa. Il nome della residenza deriva dalla presenza di una mastodontica quercia che regna sovrana il giardino circostante la villa e che diventa dunque il simbolo della famiglia stessa. Dafne ci viene presentata come una ragazza in gamba, scrittrice in erba, molto sveglia e intelligente ma che del suo passato non conosce molti aspetti, se non quelli strappati con forza alla zia che, a sua volta, si dimostrava molto restia a parlargliene. Dal primo momento in cui fa ingresso nella casa Dafne si sente a disagio sebbene sia consapevole di aver passato tutta la sua infanzia e parte della sua adolescenza in quelle stanze. Questo disagio aumenta a dismisura durante la prima notte quando viene svegliata all’improvviso da un ansito sinistro e dalla sensazione di non essere sola. Per arginare questi fatti inquietanti che attribuisce ad un brutto scherzo dato dalla stanchezza del trasloco, invita a cena i suoi amici più intimi tra cui Claudio, verso cui in passato provava un grande trasporto mai corrisposto, e suo fratello Ivan, un giovane prestante ma taciturno che sembra osservarla di sottecchi e provocarle dei brividi di eccitazione lungo la colonna vertebrale. Nonostante la presenza degli amici la notte l’ansito si presenta nuovamente, stavolta anche in maniera violenta scaraventando una brocca d’acqua per terra. Dafne, sconvolta, viene subito soccorsa da Ivan che si dimostra essere molto interessato a lei e molto comprensivo nei suoi confronti. I due presto diventeranno molto intimi ma questa intimità verrà minata dal ritorno dal passato di Aldo, ex della donna, con cui ha intrattenuto una relazione extraconiugale per anni. Aldo rivela di essersi separato dalla moglie e dai figli e rivendica una seconda possibilità da parte di Dafne che rifiuta stoicamente. Ma questa storia non avrà fine in questo modo.

Ci troviamo poi catapultati nel passato e ci vengono presentate le figure di Eleonora e Clara, due sorelle nate da famiglia benestante, l’una molto diversa dall’altra. La prima, la più piccola, sembra sprizzare vita da ogni poro, è adorata dai genitori e, nonostante la giovane età di quindi anni, è giù promessa sposa ad un uomo scelto dal padre per il suo carisma e la sua integrità. Clara, di contro, è una vedova di guerra, suo marito Richard l’ha lasciata prima del dovuto e lei, per sopravvivenza si è costruita attorno una corazza di austerità che la proteggesse dal mondo e dal dolore. Le due sorelle tuttavia ben presto si troveranno in competizione per amore e si verificheranno eventi che non potrete immaginare, eventi dolorosi e mostruosi, privi di ogni moralità, che faranno di una la vittima e dell’altra la carnefice.

Come vedete mi sto tenendo sul vago perchè questo libro è così intriso di misteri e di colpi di scena che non posso parlarvene apertamente per non rovinarvi il piacere della lettura. Sappiate comunque che piano piano, grazie a tutta una serie di indizi sparsi per la casa, Dafne riuscirà a ricomporre il mosaico rappresentato dal suo passato facendo delle scoperte agghiaccianti ma, allo stesso tempo, dovrà difendersi dal presente perchè qualcosa di molto oscuro e pericoloso è tornato a bussare alla sua porta.

Questa storia è una storia di amore, di dolore, di odio, di abusi, di stalkering e tanto, tanto altro. E’ una storia scritta con passione e lo stile di Sunny, scorrevole e semplice, rende la lettura piacevolissima sebbene la storia sia intricata. E’ un libro forte, perchè quello che scoprirete vi farà male, vi farà entrare in empatia con ognuna delle protagoniste femminili e sentirete su di voi il dolore provato da ognuna di loro, senza distinzioni. Vi raccomando la lettura di questo libro perchè vi farà provare tantissime emozioni allo stesso tempo, non vorrete abbandonarlo attratte dalla curiosità di risolvere ogni mistero e quando la chiuderete non è escluso che una lacrima bagnerà la vostra guancia.

Bello. Ecco il termine che più si confà a questo romanzo: bello.

IL MIO GIUDIZIO

5 stelle/5

LINK DI ACQUISTO

Senza categoria

“Il fantasma e le Black Holes” di Borja González

Buon pomeriggio e buon 1° Maggio a tutti lettori. Oggi nuovo review tour organizzato da me e dalle mie fedeli compagne di lettura. Vi parlo di una graphic novel edita Oscar Vault (che come sempre ringrazio caldamente) e che uscirà il 19 Maggio 2020 in tutte le librerie e in tutti gli store online. Il volume in questione si intitola “Il fantasma e le Black Holes” e vi preannuncio di già che per me è stata una lettura veramente interessante. Passiamo alle presentazioni:

Genere: Fantasy
Autore: Borja Gonzalez
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Ink Mondadori
Prezzo: 19.00 euro

TRAMA

Gloria, Laura e Cristina vogliono mettere su una band punk chiamata “The Black Holes”. Hanno tutto ciò che serve: talento, presenza, istinto. Solo il loro background musicale è un po’ debole. Ma non è questo il loro principale problema: non appena iniziano a provare, infatti, un’aura di inquietudine  pervade la loro vita quotidiana. Ricorda dei fatti avvenuti 160 anni prima che continuano a perseguitare una di loro.

RECENSIONE

Parto con il dirvi che questa storia tutta al femminile sebbene sia molto breve e per niente prolissa, ad una prima lettura non è facilmente comprensibile a causa dell’intreccio narrativo di due vicende diverse, una ambientata nel passato e una nel presente, e della presenza di simboli specifici che che le collegano. Servirà dunque più di una lettura attenta per carpirne il vero significato. Ma non vi scoraggiate, non è niente di troppo complicato anzi, è quasi intrigante.

Cominciamo quindi a parlare del plot narrativo. Nell’anno 2016 (presente) troviamo un gruppo di tre giovani ragazze, Gloria, Laura e Cristina che hanno in comune il sogno di formare un gruppo punk rock sebbene una di loro, Gloria, non sapendo niente di musica non sia molto convinta di entrare a farne parte. Le ragazze scelgono il nome del gruppo e decidono di chiamarlo “Black Holes” e subito dopo Gonzalez ci regala una tavola rappresentata da farfalle.

Adesso andiamo a parlare della parte che riguarda il passato. Stavolta ci troviamo nel 1856 e la protagonista è Teresa, un’adolescente nata da famiglia nobile, famiglia di cui ci vengono presentate le sorelle Margarita, Gardenia e Rosa, la più piccola, che come ogni bambina che si rispetta non è in grado di tener nessun segreto, soprattutto quello che le viene raccontato da Teresa.

La nostra protagonista infatti è una scrittrice ed è affascinata dai racconti gotici e del terrore e che, in cerca di ispirazione, spesso durante la notte esce dalla sua casa per recarsi nel bosco. Una notte, proprio tra gli alberi, sente il pianto di qualcuno e quel qualcuno si rivela essere uno scheletro parlante. Quest’ultimo non pensa di essere morto e si comporta in maniera del tutto normale invitando addirittura Teresa in una pianura per osservare le stelle. Teresa, dal canto suo, non si lascia spaventare, anzi, incuriosita decide di parlare con lo scheletro e carpire più informazioni possibile sul suo conto.

Prima vi avevo già messi in guardia sul fatto che durante la prima lettura rimaniamo un pò smarriti e che servirà sfogliare il libro più di una volta per capirne a pieno la storia. Infatti una delle difficoltà sarà proprio di essere “sballottati” tra presente e passato senza che l’autore ci avverta. Tuttavia sono gli stessi disegni a darci un primo indizio di lettura: infatti vengono scelti colori più vividi e d’impatto quando ci troviamo nel 1856, il contrario quando invece torniamo nel presente.

Una delle caratteristiche che mi ha colpito maggiormente di questa graphic novel (e io, da amante di quest’ultime, ne ho lette abbastanza) è la presenza di tavole senza dialoghi. E’ come se l’autore nel mostrarci certe immagini volesse farci prendere una pausa per ammirare il disegno senza bisogno di troppe parole, proprio come se ci trovassimo dinnanzi ad un quadro. Scelta molto particolare e suggestiva.

A dire il vero, quando vi troverete a sfogliare le pagine di “Le black holes” capirete subito che un elemento in comune tra passato e presente c’è. Quel ponte che unisce e intreccia due archi temporali e due storie diverse. Questo “ponte” è la farfalla. A mio avviso la scelta della farfalla è molto bella: una farfalla che è in grado di oltrepassare lo spazio e il tempo e dalla foresta del 1856 arriva nella scatola che Gloria (2003) tiene nella sua cameretta. E attenzione, sarà proprio questa scatola la chiave del racconto, infatti pur rimanendo in disparte per tutta la durata della narrazione, la ritroveremo nelle ultime pagine.

Non posso adesso dirvi di più per non rovinarvi il piacere della lettura e della scoperta. Vi consiglio di assaporarvi la lettura e la bellezza delle tavole piano piano, ammirando i disegni e i colori perchè ne vale veramente la pena.

IL MIO GIUDIZIO

5 stelline/5 – Meraviglioso

Recensione

“Mai una gioia: amori e altri inciampi” di Lea Landucci

Buonasera lettori e bentrovati, stasera vi parlerò di una nuova uscita frizzantina che, soprattutto in questo momento, può essere un ottimo motivo di svago.

Sto parlando di “Mai una gioia: amori e altri inciampi”, primo romanzo di Lea Landucci, conosciuta su instagram come “chicklit.italia”, che io ho letto con molto piacere in anteprima. Premetto che per adesso è disponibile solamente in formato Kindle ma che dal 7 Aprile sarà acquistabile anche in versione cartacea. Come sempre prima di entrare più nel dettaglio passiamo alle presentazioni:

Formato: Formato Kindle e cartaceo
Dimensioni file: 1055 KB
Lunghezza stampa: 276
Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua: Italiano
Prezzo: 1.99 euro (kindle)

TRAMA

Cristina ha trent’anni, vive a Firenze ed è una investigatrice digitale: scopre tutto su tutti analizzando i loro profili sui social network!
È tanto competente e brillante sul lavoro, quanto imbranata e sfigata nel resto della vita.
Ha una madre insopportabile, un padre insicuro, e le sue migliori amiche vivono a centinaia di chilometri da lei. Il suo ex l’ha lasciata un anno fa con un SMS, il giorno di Natale, e da allora si sente dannatamente sola, anche se non lo ammette. Si barcamena tra la sua “mania dei maniaci”, la sindrome da parlata non supervisionata e la propensione all’innamoramento istantaneo (non ricambiato). L’apoteosi del mai una gioia.

Ma quest’anno ha deciso che sarà IL SUO anno!
Riddurrà a zero le aspettative e si godrà tutto ciò che arriva, con assoluta leggerezza!
Applicherà alla lettera le “regole per la perfetta seduttrice”: puntare, sedurre, colpire e abbandonare.
Tutto chiaro.
Forse.

L’AUTRICE SI RACCONTA

Ho 40 anni (da un paio d’anni, ormai…) e vivo a Firenze. Dopo il dottorato in ingegneria informatica, ho lavorato per più di dieci anni come ricercatrice presso l’Università di Firenze. Per il mio quarantesimo compleanno ha deciso di farmi un grande regalo: trasformare la mia passione, l’improvvisazione teatrale, in professione. Ho aperto una scuola di teatro e ci lavoro come insegnante, direttrice artistica e della formazione.
Nel 2018, complice il tempo libero guadagnato, ho aperto il BLOG Chicklit Italia col preciso scopo di rilanciare il genere romance e chick-lit e restituirgli la meritata dignità. Così è nata la spinta per rispolverare un manoscritto abbandonato in un cassetto e investire tempo e passione per dargli una nuova vita e pubblicarlo. Nasce così “Mai una gioia :: amori e altri inciampi”, il mio primo romanzo.

RECENSIONE

Seguo Lea su instagram da moltissimo tempo e appena ho saputo che stava lavorando ad un romanzo chick-lit ho subito drizzato le orecchie perchè la curiosità era al massimo.

“Mai una gioia” racconta la storia di Cristina, una ragazza in cui ci si rispecchia molto: imbranata, sognatrice, imperfetta e simpaticissima. Dopo la sua ultima storia d’amore (purtroppo non finita bene), Cristina fa la classica vita da single, dedicandosi alle sue due pazze amiche Daniela e Sabrina che sono l’una l’opposta dell’altra, e al suo lavoro dove da sempre aspira ad ottenere una promozione che il suo capo non le vuole concedere. Quindi, con gli uomini è un disastro completo, vive in un piccolo appartamento con la sua coinquilina Carmen (una dolce cagnolona) e, nonostante sia completamente dedita al suo lavoro (ovvero quello di investigatrice digitale), non riesce a vedere speranza per una promozione, anzi, sembra che l’universo le remi contro: mai una gioia! La sua vita tuttavia avrà una svolta quando incontrerà un bel giovanotto, avvocato di professione, di nome Michele ma che lei soprannomina Mr.Sexy. La loro relazione è altalenante, spesso Cristina fa quello che una donna non dovrebbe mai fare: diventa succube e ogni sua decisione dipende da lui.

Questo però è soltanto l’inizio perchè questo romanzo non è il classico romanzo rosa chick-lit, dietro nasconde un insegnamento morale molto più importante: la rinascita di una donna. Ebbene sì, perchè tutte le scelte sbagliate che prenderà la nostra protagonista e tutti gli scivoloni e le delusioni che subirà saranno i suoi insegnanti di vita che la porteranno sulla retta via. Dunque sì, definirei proprio questo libro come una storia di “rinascita” e di “reinvenzione di se”, un messaggio senza dubbio positivo e a beneficio di ogni lettrice.

Per quanto riguarda la stile di scrittura posso dire che, inizialmente, sembra che la storia non parta, ma che poi, andando avanti di qualche pagina, risulta molto scorrevole ed è facile entrare in sintonia con la protagonista e tutti quanti i personaggi (tra l’altro ben caratterizzati).

Un’altra cosa che ho apprezzato molto da buona toscana è l’ambientazione. Ci troviamo infatti a Firenze e quando Lea nominava i luoghi dove Cristina si recava io riuscivo ad immaginarmi la scena avendo ben chiaro il posto di cui si parlava. Mi ha fatto molto piacere e allo stesso tempo sorridere ritrovare anche il nostro dialetto nella protagonista, è un qualcosa che mi ha fatta sentire ancora più accanto a lei.

E’ una storia che si legge al volo e che una volta terminata ti trovi a bocca aperta a dire “Come è possibile? Sono già giunta alla fine?”. E’ una storia che tiene incollati alle pagine.

Certo, da lettrice accanita di ogni genere, non posso negare che si sente che si tratta del primo romanzo scritto. Ci sono piccole imperfezioni che si fanno notare solo all’occhio più critico, ad esempio: a me tutti gli “ahahahah” presenti mi hanno dato fastidio, come la ripetizione ossessiva della parola “fedifrago/a”. Come vedete però sono delle piccolezze del tutto soggettive perchè a me nel complesso il romanzo è piaciuto veramente molto e mi ha regalato quei momenti di svago e evasione di cui avevo necessariamente bisogno.

Vi consiglio dunque caldamente la lettura di questa chicchina a cui io mi sento di dare il giudizio di:

3.5 stelline/5

Ci sentiamo alla prossima amici e, dato che ci troviamo in questo periodo difficile per tutti quanti noi, io vi dico: “Be brave”, andrà tutto bene.

Recensione, Senza categoria

“Aurora Rising. Aurora cycle: 1” di Jay Kristoff e Amie Kaufman

Buongiorno lettori, oggi, quarto giorno di quarantena obbligata dal nostro governo a causa della pandemia in corso, sono qui da voi per distarci e distrarvi e parlare di un’altra nuova uscita da non perdere. La coppia Kristoff-Kaufman è tornata, dopo il successo riscontrato con la serie “Illuminae Files” torna a far parlare di se’ con il primo romanzo di una nuova saga, “Aurora Cycle”. Prima di iniziare voglio, come sempre, ringraziare la casa editrice Mondadori per avermi omaggiata della copia e per avermi permesso di vivere un’avventura a dir poco “spaziale”.

Titolo: Aurora Rising
Autore: Jay Kristoff e Amie Kaufman
Editore: Mondadori (10 marzo 2020)
Pagine: 350
Prezzo: 19.90 euro

TRAMA

Anno 2380: ai cadetti dell’ultimo anno dell’Accademia Aurora sta per essere affidata la prima vera missione. Tyler Jones sa che, proprio perché è il migliore del suo anno, potrà reclutare la squadra dei suoi sogni. Peccato che, a causa del suo comportamento sconsiderato, come punizione gli vengano assegnati d’ufficio i cadetti scartati da tutti gli altri capisquadra, quelli con cui nessuno vorrebbe mai lavorare. Proprio lui, l’allievo più talentuoso dell’Accademia sarà al comando di una vera e propria banda di disperati: una diplomatica, cintura nera di sarcasmo, una scienziata sociopatica con la tendenza a sparare ai suoi compagni, uno smanettone geniale e dall’ironia pungente, un guerriero alieno con seri problemi di gestione della rabbia, una pilota abilissima con un leggerissimo debole per Tyler. Ma non è nemmeno questo il suo problema principale. Infatti, solo dopo aver risvegliato da un sonno lungo duecento anni la misteriosa Aurora Jie-Lin O’Malley, Ty scopre che proprio lei potrebbe innescare una guerra rimasta a lungo sopita e che, ironicamente, proprio la sua squadra di disperati potrebbe essere l’ultima speranza di salvezza per l’intera galassia. Comunque: niente panico!

RECENSIONE

Iniziamo dunque a parlare del primo romanzo della trilogia “Aurora Cycle”. Le prime pagine del libro si aprono con il pov di Tyler, migliore allievo dell’Accademia Aurora, “ragazzo d’oro”, che, non riuscendo a prendere sonno a causa dell’agitazione scatenata dalla Selezione che avverrà il giorno seguente e che gli permetterà di scegliere i membri più capaci della sua squadra, decide di uscire dalla sua stanza e fare un “giretto” nello spazio per calmare i nervi. Succede però qualcosa di imprevisto durante questa sua scappatella: Tyler trova la navetta Hadfield, sparita duecento anni prima durante una missione di colonizzazione del pianeta Octavia. Il ragazzo scopre suo malgrado che tutti i colonizzatori all’interno della navetta spaziale sono morti, tutti tranne una: una ragazza dai tratti orientali, con un caschetto nero e un ciuffo di capelli bianchi, sopravvissuta per 200 anni all’interno della sua criocapsula. Inizia così la missione di salvataggio della giovane, Tyler rischia la propria vita per salvare quella di lei e alla fine ci riesce, riportando entrambi sani e salvi su Aurora ma perdendosi La Selezione. A causa di questa sua iniziativa si ritrova una squadra composta da scarti, persone che nessuno ha voluto scegliere, ma invece di piangersi addosso si comporta da vero leader e comincia a conoscere i suoi nuovi compagni. La squadra risulta essere composta da sei membri e ciascuna può essere schierata in qualsiasi punto della galassia senza preavviso. La sua versatilità fa sì che non esista sfida che una squadra della Legione Aurora non possa superare. Avremo dunque:

L’Alfa: responsabile di comando e organizzazione.
Rappresentato da Tyler Jones.
Il Volto: responsabile di diplomazia e negoziazione.
Rappresentato da Scarlet Jones, sorella gemella di Tyler.
L’Asso: responsabile di pilotaggio e trasporto.
Rappresentato da Cat, amica di infanzia dei gemelli Jones.
Lo Smanettone: responsabile di riparazione,
manutenzione e interventi tecnici.
Rappresentato da Fin.
Il Carrarmato: responsabile di combattimenti tattici e strategici. Rappresentato da Kal, non umano, razza aliena dai poteri straordinari.
Il Cervellone: responsabile di incarichi
scientifici e medici. Rappresentato da Zila.

Alla squadra di Tyler si aggiunge però un altro membro non pianificato, la misteriosa Aurora, la ragazza salvata dall’alfa.

La ragazza mistero: rappresentata da Aurora.

Chi è Aurora? La ragazza al suo risveglio si mostra smarrita e disperata, non ha idea di cosa sia successo alla sua navicella, del motivo per cui non sia riuscita a raggiungere il pianeta Octavia dove l’aspettava il padre. Reagisce ovviamente molto male alla notizia di essere rimasta in sonno crioscopico per 200 anni perchè comprende che il mondo dove era nata ormai non esiste più, i suoi cari ormai non ci sono più, lei è sola e intorno ha dei perfetti sconosciuti.

Aurora come vedremo, non è una semplice umana, esiste in lei un lato nascosto, criptico, dotato di poteri straordinari. Ma da cosa deriva tutto questo potere? Lo capiremo andando avanti nella lettura di questo incredibile romanzo.

Presto alla squadra di Tyler verrà affidata una missione apparentemente banale ma che poi si dimostra essere un qualcosa di molto, molto più serio. Verremo catapultati in un mondo di avventure, incontreremo razze aliene, decolleremo su pianeti diversi, rideremo del sarcasmo di Scarlett, ci innamoreremo di Kaz e di Tyler e soffriremo con Aurora. Se siete pronti a decollare e a far parte della missione dovete solamente aprire il libro e buttarvi a capofitto nella sua lettura.

Il romanzo è narrato in prima persona a POV alterni. Parlano tutti i personaggi e questo è apprezzabile perchè permette al lettore di entrare in contatto diretto con lui e conoscerlo più a fondo. Lo stile di scrittura è semplice, non complesso, scorre liscio come l’olio e risulta molto difficile staccarsi dalle pagine. Si vuole capire come, perchè e quando. Si ha fame di andare avanti e combattere con i protagonisti che entrano nel cuore già da questo primo capitolo.

Non voglio svelarvi molto per non rovinarvi il piacere della lettura e della scoperta. Ritengo infatti che questo libro debba essere assaporato piano piano, gustato con calma e apprezzato. Vi prometto grandi avventure, tradimenti, amori, amicizie leali e guerra, sì, guerra perchè ve l’ho detto, niente è come sembra.

IL MIO GIUDIZIO

4.5 STELLINE/5

Recensione

“La catena d’oro” di Cassandra Clare

Eccoci di nuovo qua lettori con una nuova e succosa uscita fresca di stampa. Infatti, signori, Cassandra Clare è tornata. Quanti di voi aspettavano questo momento? Quanti di voi sono rimasti con il sapore delle lacrime sulle labbra dopo aver terminato la lettura de “La principessa”, ultimo romanzo della Trilogia delle origini? (Io, di sicuro!) Se siete dei veri fans della Clare vi chiederete ora come mai io abbia citato la saga The Infernal Devices invece della The Dark Artifices che, cronologicamente, è l’ultima ad essere uscita. Ve lo spiego subito, perchè ne “La catena d’oro” (primo romanzo della serie nuova di pacca The Last Hours) ritroviamo proprio i personaggi che ci siamo lasciati alle spalle tempo fà: Will, Tessa, Jem. Finalmente possiamo leggere ancora di loro. Ma bando alle ciance e cominciamo con le presentazioni iniziali.

Copertina rigida: 547 pagine
Editore: Mondadori (3 marzo 2020)
Prezzo di copertina: 19.90 euro

TRAMA

Cordelia Carstairs è una Shadowhunter, e in quanto tale le è stato insegnato fin dalla più tenera età come si combattono i demoni. Quando il padre viene accusato di un terribile crimine, lei e il fratello Alastair partono alla volta di Londra con la speranza di riuscire a evitare la rovina della famiglia. Sona, la madre, vorrebbe che lei trovasse un marito e si sistemasse, ma Cordelia è più determinata a diventare un’eroina che una sposa. Presto, nella capitale britannica, la sua strada si incrocia nuovamente con quella di James e Lucie Herondale, suoi cari amici d’infanzia, che la trascinano in un mondo sfavillante e affascinante, fatto di sale da ballo, missioni segrete e luoghi magici popolati da vampiri e stregoni, dove Cordelia però è costretta a tenere nascosto il suo amore per James, promesso sposo di un’altra fanciulla. La nuova vita della ragazza viene sconvolta quando una serie di attacchi demoniaci devasta la città, e questa volta si tratta di qualcosa di completamente diverso da ciò con cui hanno avuto a che fare fino a questo momento gli Shadowhunters. Qualcosa di apparentemente impossibile da uccidere che si muove alla luce del sole e colpisce la gente ignara con un veleno letale. Londra è messa immediatamente in quarantena e gli amici di Cordelia, intrappolati come lei nella città, scoprono di essere dotati di poteri incredibili, un’eredità oscura di cui fino a quel momento ignoravano l’esistenza. Questo li costringe a compiere una scelta drammatica che li condurrà a comprendere quanto crudele sia il prezzo da pagare per essere eroi. 

RECENSIONE

Allora, prima di tutto, dove ci collochiamo temporalmente in questa nuova saga? Ci troviamo nella Londra Edwardiana del 1903, quindi possiamo considerare questa nuova saga come una sorta di sequel alla trilogia delle origini. Incontriamo infatti di nuovo i vecchi personaggi che ci avevano fatto battere il cuore come Will Herondale, Tessa Gray e Jem Carstairs (che al momento è ancora “fratello Zaccaria” in quanto appartenente alla cerchia dei Fratelli Silenti. Nrd: penso che ricorderete bene quando e perchè Jem abbia fatto questa scelta e come poi sia andata a finire *piango*) insieme ad una nuova cerchia di protagonisti, la prole di quest’ultimi, ovvero James e Lucie Herondale (figli di Will e Tessa), Cordelia e Alastair Carstairs (figli di Sona e Elias, fratello del padre di Jem) e molti altri.

La vicenda ci viene narrata in terza persona ma dal punto di vista della giovane e bella Cordelia, giunta a Londra da Idris insieme alla madre e al fratello maggiore a seguito di uno scandalo che ha coinvolto suo padre. Da sempre e segretamente innamorata di James e destinata a diventare la parabatai della di lui sorella, la ragazza si ritroverà in un mondo a lei del tutto nuovo. Cordelia infatti dovrà fare conti con gli usi di Londra, presenziare a balli e debutti in società, picnic e intrighi romantici.

Ma non è tutto oro quel che luccica, infatti un improvviso e del tutto inaspettato scoppio di attacchi demoniaci prendono di sprovvista i nostri giovani shadowhunters che inizieranno a combattere contro un nemico pericoloso e mortale, un veleno sconosciuto. Questo farà precipitare James e i suoi compagni in tutta una serie di ricerche frenetiche per trovare sia un antidoto sia un metodo per sconfiggere la minaccia demoniaca e arrivare poi alla scoperta di uno schema devastante per distruggere i Nephilim in cui James dovrebbe svolgere un ruolo centrale.

Leggere Cassandra Clare per me è sempre come tornare a casa. La forza della sua penna di torna a coinvolgerci più che mai in una lettura intrisa di colpi di scena, amori disperati, tradimenti e lotte feroci. La potenza della storia e i nuovi personaggi non hanno niente da invidiare alla saghe precedenti, sanno fieramente tener testa a quelle che sono diventati best sellers mondiali. Ci era mancato il mondo degli shadowhunters, tutti richiedevamo a gran voce di poter leggere ancora dei personaggi della saga TID (a mio parere la più bella e struggente che Cassandra abbia mai creato) e la scrittrice ci ha accontentati regalandoci un nuovo inizio che ha l’aria di conquistare l’attenzione e i cuori di molti.

Quindi, giungendo a noi, se vi consiglio la lettura di questo romanzo?

Sì, ragazzi, sì. Dovete assolutamente leggerlo e immergervi nuovamente in nuove avventure.

IL MIO GIUDIZIO

5 STELLE/5

Ringrazio caldamente la Casa Editrice Mondadori per avermi regalato la possibilità di leggere il romanzo in anteprima.