Recensione

“Sulle tracce di Jack lo squartatore” di Kerri Maniscalco

Miei cari amici, il momento tanto atteso e desiderato è giunto: oggi, 15 Settembre, in tutte le librerie e gli store online saranno disponibili i primi tre volumi della saga scritta da Kerri Maniscalco e portata in Italia da Mondadori. Da quali e quanti volumi è formata?

  1. “Sulle tracce di Jack lo squartatore”
  2. “Alla ricerca del principe Dracula”
  3. “In fuga da Houdini”
  4. “A caccia del diavolo” (in uscita l’11 Novembre)

Oggi vi parlerò del primo libro “Sulle tracce di Jack lo squartatore” che mi è piaciuto veramente tanto. Anzi, tanto, tanto, tanto! Cominciamo, dunque, con le specifiche.

Autrice : Kerri Maniscalco
Titolo : Sulle tracce di Jack lo squartatore
Pagine : 405
Editore : MONDADORI (15 settembre 2020)
Prezzo : 20.00 euro

TRAMA

È stata cresciuta per essere la perfetta dama dell’alta società vittoriana, ma Audrey Rose Wadsworth vede il proprio futuro in modo molto diverso. Dopo aver perso l’amatissima madre, è decisa a comprendere la natura della morte e i suoi meccanismi. Così abbandona l’ago da ricamo per impugnare un bisturi da autopsia, e in segreto inizia a studiare Medicina legale. Presto viene coinvolta nelle indagini sull’assassino seriale noto come Jack lo Squartatore e, con orrore, si rende conto che la ricerca di indizi la porta molto più vicina al suo mondo ovattato di quanto avrebbe mai creduto possibile.

Ispirato agli efferati crimini irrisolti che hanno insanguinato la Londra di fine Ottocento, lo strabiliante romanzo d’esordio di Kerri Maniscalco tesse un racconto ricco di atmosfera che intreccia bellezza e oscurità, in cui una ragazza vittoriana molto moderna scopre che non sempre i segreti che vengono sepolti lo rimangono per sempre.

RECENSIONE

Ci troviamo in una cupa Londra Vittoriana colpita da una serie di efferati omicidi riconducibili a un enigmatico personaggio che si firma con il nome di “Jack lo squartatore”. I nostri protagonisti principali sono Audrey Rose, una vera e propria ragazza “badass” con la passione per la medicina, l’anatomia e il sangue, e Thomas apprendista, anche lui, medico legale. Lo zio di Audrey è un medico, ha la passione per il corpo umano ed è avido di conoscenza, tanto che nel suo laboratorio disseziona cadaveri per studiare poi la funzionalità e la morfologia degli organi ma, soprattutto, le cause della loro morte. Audrey Rose assiste alle dissezione e alle lezioni di suo zio di nascosto dal padre. Quest’ultimo infatti, in linea con i tempi in cui è ambientato il romanzo, non approva la sete di conoscenza della figlia, che invece si dovrebbe prestare, come una brava donna, alle solite occupazioni femminili come il cucito, il ricamo, la cura della casa e la ricerca di un buon partito come futuro marito (il classico sessismo dell’epoca vittoriana, realmente esistito). Ma Audrey non ci sta, quando le è possibile scappa per rifugiarsi nell’ambulatorio dello zio e macchiarsi le mani con il sangue dei defunti. Audrey Rose infatti, è una ragazza che non cede alle convezioni dell’800, vuole una vita del tutto diversa da quella impostatagli dalla società, non è affascinata da pizzi, merletti, e pettegolezzi come vorrebbe suo padre ma è interessata solo e solamente alla medicina legale.

Si entra nel culmine della storia quando una serie di efferati omicidi cominciano a far tremare Londra. Il responsabile di queste morti sospette e molto violente è qualcuno che si fa chiamare “Jack lo squartatore”, come appunto vi dicevo prima. Un individuo mentalmente disturbato che uccide le donne e prepara i loro cadaveri in un modo del tutto orripilante: ogni volta che viene trovata una vittima a questa manca un organo e gli intestini le vengono posizionati sopra la spalla, in bella mostra. Audrey Rose e Thomas inizieranno ad indagare per conto proprio su queste morti, unendo le loro capacità.

Audrey, infatti, è incorrutibile nella sua conoscenza del corpo umano, è tosta, indomita e, soprattutto, curiosa. Thomas è un personaggio di cui vi innamorerete, è una mente brillante, un abile osservatore e un professionista della psicologia comportamente ma, allo stesso tempo, è uno sbruffone con un’autostima grossa come una casa (questo suo ultimo particolare lo porterà a intraprendere più di un battibecco con Audrey e quelle scene fanno morire dalle risate).

Il compito dei nostri due protagonisti sarà quello di identificare “Jack” e impedire altre morti. Si sospetterà di ogni personaggio presente nel libro (anche se io a 3/4 della lettura già avevo capito chi fosse questo fantomatico squartatore) e alla fine arriverà il momento di svelare ogni verità e l’identità dell’assassino verrà scoperta. Questa è la trama e io non posso rivelarvi di più perchè, essendo un mistery, vi rovinerei la lettura e cadrei in degli spoilers involontari (e credetemi che mi sto trattenendo).

Lo stile di scrittura della Maniscalco è scorrevole e semplice sebbene molto dettagliata. I personaggi sono ben caratterizzati, in particolar modo quella di Jack, un personaggio che ci viene presentato come un mostro privo di anima ma che poi, andando avanti nella lettura, avrà una crescita e solo alla fine si capirà il motivo che l’ha spinto a uccidere. Il plot twist finale, infatti, è una scena veramente bella, toccante e importante. Si nasce mostri o lo si diventa? Lo scoprirete.

Da brava studentessa di medicina ho apprezzato tantissimo le descrizioni sulla dissezione di un cadavere e tutte le nozioni mediche che la scrittrice ha inserito nella storia (infatti la Maniscalco ha seguito corsi di giustizia penale e scienze e ha considerato di diventare una psicologa forense ma, alla fine, ha deciso di trasformare il suo amore per la lettura e la scrittura in una carriera di romanziera).

Infine consiglio di leggere la NOTA DELL’AUTRICE presente alla fine del volume. La Maniscalco, infatti, parla della sua libertà autoriale e storica, ci racconta della vera figura dell’omicida Jack lo Squartatore, del Comitato di Vigilanza di Whitechapel e delle vittime della furia del killer (Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes, Mary Jane Kelly…). Viene anche riportato lo studio dell’autrice riguardo il campo forense dell’epoca, nell’Ottocento la scienza forense fece un notevole sbalzo in avanti perchè vide:

  • La messa a punto di un test per individuare la presenza di sangue in ambito forense.
  • La comparazione di proiettili per incastrare l’assassino.
  • Il primo ricorso alla tossicologia in un processo con giuria.
  • Lo sviluppo del 1° test per il rilevamento dell’emoglobina tramite cristalli di emina.
  • L’elaborazione delle analisi del sangue a carattere indiziario.
  • Il primo utilizzo della fotografia per identificare i criminali, riportare le prove e documentare le scene del delitto.
  • Il primo utilizzo documentato delle impronte digitali per risolvere un crimine.
  • Lo sviluppo del primo microscopio dotato di un ponte di comparazione.

La scienza forense venne applicata in maniera significativa nel 1888, quando ai medici di Londra fu permesso di esaminare le vittime di Jack lo Squartatore per individuare eventuali schemi nella disposizione delle lesioni.

IL MIO GIUDIZIO

4.5/5 STELLE

PS. LEGGETELOOOOOOOO!

Ringrazio la casa editrice Mondadori per avermi omaggiata della copia.

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